Connessioni remote • online il nuovo numero (3/2021)

È online il nuovo numero della rivista del Dipartimento Beni culturali e ambientali Connessioni remote, curato da Laura Gemini e Stefano Brilli.
Con il numero 3 di Connessioni remote dedicato a: Gradienti di liveness. Lo shaping socio-tecnico delle arti performative tra online e offline abbiamo chiamato autrici e autori ad affrontare il tema della liveness all’interno del processo di mediatizzazione del sociale. Questo numero intende fornire un nuovo contributo al dibattito creatosi attorno al concetto di liveness: l’obiettivo principale consiste nel comprendere come questa particolare dimensione della comunicazione si sincronizzi con le trasformazioni dell’ecosistema mediale e delle tecnologie digitali ampliando la sua fenomenologia. Più precisamente quello che interessa indagare sono le arti performative intese come ambiti privilegiati per la sperimentazione delle affordance tecno-mediali live e “attivatori” dei processi che stanno alla base della complessificazione della liveness. Riflessioni e casi ci aiutano ad osservarne i gradienti.
Questi gli autori: Stefano Brilli, Dalila D'Amico, Vincenzo Sansone, Federica Patti, Vincenzo Del Gaudio, Laura Pernice, Alfonso Amendola, Michelle Grillo Sara Byrne Sara Pastore Francesco Melchiorri Maia Giacobbe Borelli Alessandro Anglani.
Ci piace sottolineare come sotto “l’ombrello” di questo numero di Connessioni remote ma in generale, tra i collaboratori interni (redazione e comitato scientifico) ed esterni (peer e consulenti) della rivista, si radunino non solo alcuni tra i più importanti studiosi di teatro intermediale italiano, ma anche curatori, artisti e ricercatori indipendenti. A riprova di un metodo di lavoro condiviso dal comitato scientifico e dalla redazione, che contrappone agli studi accademici puri, l’ibridazione con pratiche performative e curatoriali. La riflessione nasce dall'evidenza che se il teatro è cambiato (anche) grazie alla tecnologia, essere unicamente esperti tecnologici o studiosi teatrali non basterà più per comprendere nella loro complessità, i processi cognitivi messi in campo da scienza e tecnologia in atto.
Mentre stavamo impaginando, Mariano Equizzi, filmaker, esperto di media alternativi ci ha inviato una sua intervista datata aprile 2006 a Giacomo Verde accompagnata da una bella fotografia all’hackmeeting del 2000 a C.S.Forte Prenestino. L'intervista racconta un mondo e un modo di pensare la tecnologia a cui forse, dovremmo tornare a guardare; ci piace ritagliarne qua un breve momento e vi invitiamo alla lettura, con le parole del buon Giac alla cui memoria abbiamo dedicato la rivista:
Condividere il sapere creativo è "fare opera". È un'opera immateriale, che non si può mostrare, ma certamente regala più emozioni ed esperienze cognitive della grande maggioranza delle "opere d'arte", su qualsiasi supporto esse vengano mostrate. Questa visione si scontra apertamente con il "mercato dell'oggetto artistico" perché una lezione, un incontro didattico, non può essere duplicato e rivenduto con il relativo plusvalore. (Giacomo Verde)